UN FILO CONDUTTORE PER LE PROVE DEI SENTIERI
La parola maestra di un accantonamento svolto durante la Settimana Santa, era « Del nostro meglio ». Il giovedì cercammo di fare del nostro meglio nelle cose che dovevamo compiere (lavori, giochi, turni) per offrirle a Gesù, le più belle possibili; il venerdì nell'aggiungere ad esse anche quanto ci costava un po' di fatica o sacrificio; il sabato nell'aiutare gli altri ad essere contenti, ad avere la gioia della Pasqua. Tre giorni impegnati a fare bene le cose comuni, a valorizzarle - in tal modo a vivere pienamente. Ma in fondo tutta la vita di Cerchio è vivere quest'impegno. Ecco il fondamento per fare sì che le prove siano animate dallo spirito dei Sentieri. Parliamo di progressione, di sforzo continuato da un sentiero all'altro. Ma lo abbiamo veramente in mente, quando aiutiamo le Coccinelle a camminare su un sentiero?
Ad esempio, proponiamo una prova per il sentiero del prato: prepariamo in modo che richieda uno sforzo verso l'ordine che la Coccinella deve rendere sua abitudine? Ci sarà la bambina piccola che acquista qualcosa solo imparando a leggere l'ora; la più grande invece già lo sa, l'acquisterà imparando ad arrivare puntuale o rendendosi conto di quello che fa determinata gente a quella data ora o abituandosi a calcolare quanto tempo ma in gradi diversi. Domandarsi dunque davanti a una prova: ma quale è lo scopo di questa attività nell'insieme del Sentiero? In qual direzione posso far convergere gli sforzi della Coccinella? Ho per esempio fra le prove di espressione del terzo sentiero «Insegnare ad una Coccinella la storia di un abitatore del bosco». La Coccinella che sta per cogliere la Genziana ha la sua parte di responsabilità di tutto il Cerchio; è compito anche suo introdurre la Cocci nel mondo del Bosco, dove vive la F.F. Se sente l'importanza che ha un tale scopo la Coccinella sarà portata più volentieri e scegliere una storia bella, che interessi e a raccontarla in modo chiaro, perché le Cocci seguano bene. Farà così un passo avanti nel suo modo di esprimersi, perché con questo suo sforzo sarà di aiuto alle altre.
Anche se la bambina sembra aver passato tutte le prove, ad esempio in una bellissima gimkana, e ha riconosciuto e copiato le foglie di tre alberi, fatto un oggetto con mezzi naturali, scritto i nomi dei capoluoghi di alcune regioni (prove per il mughetto), ma niente è cambiato in lei, cioè non ha acquistato un maggior interesse per ciò che esiste intorno a lei, non ha cercato quale oggetto si prestasse di più a farsi con il materiale trovato, non ha aperto la sua intelligenza verso gli altri ecc., in realtà essa non ha « passato » nessuna prova. Niente giochi allora? Non dico questo evidentemente. Ma non «solo» giochi. Le gimkane in cui tanto spesso mettiamo le prove più varie, servono, oltre ad invogliare talvolta la bambina a imparare anche a far conoscere a noi Capo quale è il grado di preparazione tecnica raggiunta, cioè se la bambina sa o non sa fare la tale cosa. Ma certamente non è il momento in cui impara o cerca il « meglio », poiché è tutta presa dal desiderio di far presto. Questo dipende anche da come è impostata la gara, ma in generale è facile richiedere solo qualcosa di tecnico o di mnemonico, spostando l'interesse e lo scopo, da quello reale alla gara
Se vogliamo distinguere nel passaggio delle prove una divisione in stadi successivi, possiamo considerare: che occorre ....
- Un momento, direi, di saggio in cui la C.C. si rende conto del grado cui si trova la bambina e sa perciò su cosa puntare. Sarà nel nel corso di un gioco, o con una domanda, o con la richiesta di un aiuto
- Il momento in cui si fa affrontare la prova alla Coccinella: la si mette di fronte a quell'impegno di cui vi parlavo prima. E questo, la maggior parte delle volte si fa con un rapporto diretto della Capo con la Coccinella. Non sarà sempre mettersi lì a insegnare; spesso sarà un indirizzo o un consiglio dato mentre la Coccinella attua una prova : mentre sta mettendo i fiori davanti all'altarino (per la Genziana) o sta scopando la sede (per il Mughetto),
- I momenti in cui la Capo fa ricapitare l'occasione perché la Coccinella si trovi ancora davanti a quella difficoltà, a quell'impegno.
Sarà ancora lei ad indirizzarla a «far meglio» finché la Coccinella da sola ne sentirà il desiderio: ne avrà preso l'abitudine.
A questo punto spesso sono utili anche alcuni giochi specifici, corre ad es. sull'orientamento (per la Genziana), sulle regole della circolazione stradale (per il Mughetto), sul salto alla corda (per la promessa). - L'ultimo momento potrebbe essere quello di un accertamene da parte della Capo sull'acquisizione o meno della prova. E queste diciamolo francamente, per molte Capo è la sola parte, o quasi, in programma, per quanto riguarda le prove dei Sentieri. E' invece momento superfluo se abbiamo realizzato i precedenti: alla Capo non occorre l'esame o roba del genere, se ha seguito la Coccinella nel suo cammino. E comunque lo dico per l'ipotesi assurda che qualche Capo usasse un tale sistema, I'« esame » o roba del genere è esattamente la cosa più contraria all'attuazione delle prove. Nello Spirito dei Sentieri, e perciò in qualsiasi gruppo di prove, si richiede non qualcosa di imparato, ma di fatto proprio. Inutile quindi che la Coccinella sappia pettinarsi o attaccarsi un bottone (prato) quando va in giro spettinata o con un bottone staccato; che sappia far scomparire ogni traccia di passaggio ad un'uscita (per il Mughetto) quando abitualmente lascia cartacce qua e là; che ripeta perfettamente un messaggio verbale (per la Genziana), quando non le si può affidare una commissione perché la dimentica.
Da tutto questo notiamo che si tratta piuttosto di un'acquisizione che di un semplice passaggio di prove. Infatti le capacità tecniche che possiamo richieder a una bambina di questa età non sono molte. Ma è soprattutto
— ad una disciplina;
- ad una apertura dell'intelligenza e dell'attenzione verso le cose, verso gli altri, verso Dio;
— ad un vivo desiderio del « meglio » che, attraverso quelle poche cose, diventate abitudine, noi vogliamo educarla.
E' più difficile tutto questo che organizzare una gimkana e limitarsi a segnare sul quaderno delle prove una crocetta a quelle passate.
Ma anche fare dello scautismo autentico è più difficile che tenere un doposcuola. Ci siamo proposte di educare, e non è poco.
Un'ultima osservazione. Ci sarà molto più facile realizzare le prove dei Sentieri con tutto quello che ho detto prima, se le presentiamo sempre alle Coccinelle, non fine a se stesse, ma con uno scopo e un'utilità vera. Le direttive stesse, nella lista delle prove, lo mettono sempre in evidenza. Alcune volte dovremo procurare noi tale scopo, altre volte basterà cogliere le occasioni che capitano, e avendo presente la situazione del sentiero di ogni Coccinella, chiedere all'una o all'altra quanto occorre fare.
So che una difficoltà che trovate spesso è l'attuazione dello Spirito del Sentiero, con le prove; per questo ho voluto cercare di chiarire qui qualche elemento che mi pare fondamentale per aiutarvi. Nel nostro incontro di dicembre avevamo parlato a lungo dei Sentieri; in particolare, lo scritto di Carlo Casiroli, inviato prima a tutte le C.C. « Come adattare le prove del Primo Sentiero alla bambina di 9 anni » e la relazione di Carla Molinaroli « La validità dei Sentieri nel metodo », ne hanno centrato i problemi principali. E' stato spesso ripetuto che, per riuscire ad unificare le prove con lo spirito dei Sentieri, occorre soprattutto che la Capo abbia capito tale spirito, lo abbia fatto suo, vi abbia meditato sopra.
Ma succede, per le cose dette e ridette, che tutti le ritengono giustissime, ma pochi pensano a metterle in pratica. Invece è proprio così.
Noi potremmo dare mille esempi di come insegnare le prove, ma non servirebbe a gran che se ciascuna Capo non vi mettesse quello che lei stessa ha assimilato dello spirito dei Sentieri.
Avete aggiunto in questi mesi le vostre esperienze a quello che avete sentito o letto. Vi inviterò perciò, se volete, a scrivermi quali sono i risultati a cui siete giunte e le difficoltà che ancora restano. Mettendole in comune ci sarà più facile risolverle.
Anna Signorini
tratto da Quaderni per Capo Cerchio
AGI - “Sentieri - scelta di articoli sul metodo Coccinelle”